Il Passaggio di Carlo V
Nel 1535, l’imperatore Carlo V fece tappa a Cava de’ Tirreni durante il ritorno dalla campagna di Tunisi. Accolto con onori, confermò i privilegi storici della città, tra cui l’autonomia demaniale sancita dalla celebre “pergamena bianca”. Questo gesto rafforzò il legame tra Cava e la corona, lasciando un’eredità identitaria che ancora oggi viene celebrata.

La storia
Carlo V a Cava de’ Tirreni: un onore imperiale, una memoria che resiste al tempo
Nel cuore del XVI secolo, il mondo conosceva un solo imperatore che dominava terre vastissime, dal Vecchio Continente alle Americhe: Carlo V d’Asburgo. Era il 1535 quando, reduce dalla trionfale spedizione militare contro i pirati barbareschi a Tunisi, l’imperatore intraprese il viaggio di ritorno verso il nord Italia. Nel suo cammino, Cava de’ Tirreni divenne una tappa speciale.
Accolto con solenni festeggiamenti e manifestazioni di affetto popolare, Carlo V fu profondamente colpito dall’ospitalità e dalla fedeltà della cittadinanza cavese. Il suo soggiorno, anche se breve, si trasformò in un momento decisivo per il destino della città.
La conferma dei privilegi
Durante la sua permanenza a Cava de’ Tirreni, Carlo V confermò solennemente i privilegi storici che la città aveva ricevuto nel corso dei secoli da parte di precedenti sovrani. Tra questi, spiccava la cosiddetta “pergamena bianca”, un documento straordinario che garantiva alla città una serie di autonomie e tutele, tra cui lo status di città demaniale — ovvero soggetta direttamente alla corona e non a signori feudali.
La conferma formale avvenne il 22 marzo 1536, quando Carlo V fece redigere e firmare un nuovo documento in pergamena: un gesto di riconoscimento che suggellava il rapporto di lealtà tra la città e l’Impero. Quell’atto imperiale rappresentava, per la comunità cavese, un baluardo contro l’arbitrio feudale e una garanzia di diritti che sarebbero durati nei secoli.
Un patrimonio conteso
Quel documento prezioso, simbolo dell’orgoglio civico cavese, purtroppo non è oggi custodito dove dovrebbe: è stato sottratto all’Archivio Comunale e messo all’asta nel 2004. Il Comune ha avviato negli anni le pratiche per ottenerne la restituzione, nella consapevolezza che non si tratta solo di un pezzo di carta, ma di un’eredità culturale e giuridica inestimabile.
Un’eredità che rivive
A Cava de’ Tirreni, ogni anno, la memoria di questo evento viene rievocata attraverso cortei storici, costumi d’epoca, suoni e parole che riportano in vita quell’incontro memorabile. Non è solo una celebrazione, ma un gesto di identità profonda: perché il passaggio di Carlo V non è stato soltanto un momento di gloria, ma un punto di svolta che ha segnato la storia amministrativa, politica e culturale della città.
Oggi come allora, Cava de’ Tirreni si riconosce in quei valori di dignità civica, autonomia e ospitalità che l’Imperatore, impressionato, volle onorare con la sua firma.